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Risparmiare ed investire: le 5 cose che devi assolutamente sapere

Quando ero piccolo mio padre mi ripeteva una frase: l’Italia è povera ma l’italiano è ricco. Che poteva sembrare un ossimoro ma che in realtà rappresenta un assioma valido da sempre. Quella frase è la fotografia di un popolo capace di risparmiare ma che, spesso, lo fa male. Non è soltanto questione di buona volontà, per risparmiare bene occorre principalmente conoscere come funzionano gli strumenti.

In questo articolo proverò a sintetizzare le 5 nozioni fondamentali per poter iniziare a pensare a una strategia matura di risparmio e di investimento.

1 – Il tasso d’interesse

La definizione più semplice è costo del denaro, la cifra che stai pagando affinché la banca ti presti il denaro che ti occorre. Il tasso d’interesse di un prestito è di fatto il prezzo di un prestito.

L’ interesse attivo invece  è la ricompensa che intaschiamo quando depositiamo una cifra in banca. Molto spesso, però, e soprattutto in questo periodo, il tasso d’interesse riconosciuto dalle banche è molto basso al punto da non essere sufficiente neanche a coprire i costi di gestione del conto stesso. Se a questo aggiungiamo i bolli ministeriali (34,20 euro) per le giacenze superiori ai 5000 euro, è facile arrivare da soli alla conclusione che risparmiare tenendo i risparmi sul conto, non rappresenta una soluzione propriamente conveniente.

2 – L’ interesse composto e la componente del tempo

Capita spesso che i miei clienti mi rivolgano la fatidica domanda: “che tasso mi dai”? In questi casi sorrido e rispondo: “e tu quanto tempo mi dai?”

Nel mondo del risparmio e degli investimenti, oggi più che mai, la categoria del tempo è fondamentale. Quando investiamo una cifra, il tasso d’interesse che viene calcolato alla conclusione del periodo concordato non è conteggiato soltanto sul capitale iniziale, ma sulla cifra complessiva del capitale iniziale con l’aggiunta degli importi che si accumulano mediante il tasso d’interesse. Può sembrare complesso e invece è un meccanismo semplice.

Facciamo un esempio: se decidiamo di investire 5.000 euro con un tasso d’interesse del 2%, a conclusione di un periodo di un anno, avremo guadagnato 100 euro, per cui la somma salirà a 5.100 euro. L’anno successivo gli interessi verranno calcolati sull’intero montante e non solo sul capitale iniziale e saranno pari a 102 euro. E così via per tutto il periodo dell’investimento. Oltre al fatto che i costi di gestione, che sono ovunque e che rappresentano la parcella che il gestore incassa per la gestione del tuo denaro, nella maggior parte dei casi decrescono col passare del tempo fino, in alcuni casi, ad annullarsi completamente.

3 – L’Inflazione: il peggior nemico di chi non investe

Quante volte ne abbiamo sentito parlare? Ma sappiamo realmente cos’è?  Proviamo anche qui a semplificare al massimo: se oggi ho a  disposizione 5000 euro, con il passare degli anni e l’accrescersi (appunto) dell’inflazione, la quantità di beni che potrò acquistare con la stessa somma di denaro, diminuisce. Come se il valore del denaro risparmiato evaporasse. Se nascondiamo per dieci sotto il fatidico materasso i famosi 5.000 euro, quando andremo a riprenderli non potremo acquistare le stesse cose che potremmo acquistare oggi. Investire nel presente ci permette di evitare questa svalutazione, mantenendo inalterato o addirittura maggiorato (se l’investimento viene scelto bene) il valore del nostro capitale.

4 – La migliore strategia si chiama Diversificazione

Si tratta di una delle nozioni più importanti quando si decide di investire un capitale, grande o piccolo che sia. Partiamo con il solito, semplicissimo, esempio: Mario deve trasportare dieci uova a casa di sua nonna. Se Mario le mette tutte nella stessa busta e, malauguratamente quella busta cade o si strappa, Mario rompe tutte e dieci le uova. Se invece Mario distribuisce le uova in due buste ed un cartone, riduce di molto le probabilità di romperle. (lo so: l’esempio è banale ma rende l’idea)

Con gli investimenti vale lo stesso principio: invece di investire tutti i nostri risparmi in un solo prodotto finanziario, è meglio dividere la somma e destinarla a prodotti finanziari diversificati. Importante un ulteriore elemento, la complementarità degli investimenti: se, ad esempio, investiamo una parte della cifra in una compagnia petrolifera, potrebbe essere utile destinare un’altra parte dei nostri risparmi ad una società che si occupa di energie rinnovabili. È possibile che scendendo le quotazioni dell’una, salgano quelle dell’altra. Mi capita spesso di trovarmi davanti a clienti che credono di diversificare perché suddividono i loro soldi tra banca, poste e assicurazioni. Quella non è diversificazione perché se dal profilo di rischio emerge una attitudine ad un investimento tranquillo, tutti e tre gli operatori consiglieranno al risparmiatore la stessa tipologia di prodotto, per esempio una gestione separata. Il cliente non avrà diversificato, ma si troverà in portafoglio tre prodotti identici sui quali pagherà per tre volte i costi di ingresso ed i costi di gestione.

5 – Relazione rischio-rendimento

La regola è semplicissima: maggiore è il rendimento di un investimento, maggiore sarà anche il rischio che andremo a correre. Significa che ogni volta che decidiamo di investire, dobbiamo essere consapevoli anche dei rischi che il nostro capitale sta correndo e l’eventuale rendimento molto alto, altro non è che il premio che stiamo ottenendo per il rischio che abbiamo deciso di correre. Quando lasciamo la nostra liquidità sul conto corrente, il rischio è bassissimo ed è per questo che l’interesse è quasi nullo (anzi, come abbiamo visto al punto 2 è addirittura negativo), in più la banca dà la possibilità di ritirare la somma in qualunque momento e quindi non godiamo del beneficio del tempo. Il rischio è una questione molto articolata e bisogna tenere conto di una serie di elementi

  • Eventuali penali per uscite anticipate: cosa succede se ho fatto un investimento a 10 anni e dopo sei mesi ho bisogno del denaro per una spesa imprevista?
  • il rischio di credito: l’emittente potrebbe fallire e quindi non potrebbe più pagare il rendimento concordato o addirittura rimborsare il capitale investito.
  • il rischio di mercato: quando il valore del rendimento è connesso all’andamento generale del mercato.


Una Conclusione ed un consiglio: Affidatevi ad un esperto, una persona che possa consigliarvi sulla base della vostra attitudine al rischio e che tenga conto del tempo che avete a disposizione e dei risultati che volete ottenere. Non abbiate timore delle domande che il vostro consulente vi farà: pensate al vostro consulente finanziario come ad un dentista che, per poter capire il problema e risolverlo, ha bisogno di guardarvi in bocca.

Mi perdonerete l’esempio del dentista, capite bene che a citare il ginecologo sarebbe stato peggio 😉😅

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