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LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER ANTICIPARE LA PENSIONE

La manovra di bilancio 2025 oltre che confermare alcuni aspetti del variegato mondo pensionistico, da quota 103 a opzione donna ad APE, di cui parliamo dettagliatamente in altri articolo di questo blog, ha inserito una importantissima novità legata alla Previdenza Complementare che, a determinate condizioni, potrebbe aiutare i lavoratori ad anticipare di tre anni la data del loro pensionamento. Vediamo nel dettaglio:

Come ho avuto modo di specificare con qualche cliente, stiamo parlando di Facoltà e non obbligo e questa facoltà prevede che i lavoratori privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, di computare anche il valore di una o più prestazioni di rendita di forme pensionistiche di Previdenza Complementare ai fini del raggiungimento dei seguenti importi soglia: 

  1. Una volta il valore dell’assegno sociale previsto per la liquidazione della pensioni di vecchiaia contributiva all’età di 67 anni unitamente a 20 anni di contributi 
  2. Tre volte il valore dell’assegno sociale per la liquidazione della pensione anticipata con 64 anni di età. In tal caso, tuttavia, il requisito contributivo necessario per l’accesso alla prestazione sarà di 25 anni (30 anni dal 2030) in luogo dei 20 anni di contribuzione effettiva previsto attualmente (e che resterà tale per chi non si avvale della predetta facoltà) e la prestazione non sarà cumulabile, sino all’età di vecchiaia, con redditi da lavoro dipendente o autonomo ad eccezione del lavoro autonomo occasionale nei limiti di 5.000€ annui.

La modifica non è di immediata applicazione. Servirà un decreto interministeriale Lavoro-Economia che fissi le modalità di conteggio della rendita di previdenza complementare maturata.