JUVENTUS: IL PADRE DI TUTTI GLI ERRORI

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Chi oggi si affanna a ricordare e rinfacciare l’inadeguatezza e l’inesperienza di Pirlo, non brilla per originalità e neppure per spiccate conoscenze calcistiche. I grandi cambiamenti, positivi o negativi che siano, sono sempre figli di scelte che (spesso) partono da molto lontano e portano dietro di sé le conseguenze (inevitabili) da scontare negli anni successivi.

La Juventus, intesa come società sportiva con una forte impronta manageriale, dopo il triennio di Conte ed il nuovo ciclo aperto con Allegri, puntò a consolidare il suo strapotere sul calcio italiano attraverso una tattica semplice ma efficacissima.

Vi faccio due nomi: Gonzalo Higuain e Miralem Pjaníc. Novanta milioni il centravanti, settanta milioni il regista. Due elementi che nell’estate 2016 vanno a rinforzare in maniera importante la squadra che aveva vinto già quattro scudetti di fila ma che, contestualmente, privano Napoli e Roma, le rivali degli ultimi tre anni, dei loro uomini migliori.

Non so se capite quello che voglio dire, Agnelli-Marotta-Paratici pescano talenti in giro per l’Europa (Dybala, Pogba) e acquistano campioni già pronti strappandoli alle avversarie dirette, aumentando così il divario in maniera esponenziale.

Partendo da questo concetto risulta evidente come l’addio a Marotta abbia rappresentato un errore clamoroso da parte della società da cui, a cascata, siamo arrivati alla situazione attuale. Non perché non si potesse rinunciare a Marotta: nessuno è insostituibile e Paratici e Cherubini erano (e sono) giovani, preparati e bravissimi. Ma perché privarsi di Marotta per farlo accasare dai rivali storici ha ribaltato la tattica juventina.

Eccolo il padre di tutti gli errori. Da qui si riparta, prendendo consapevolezze che le distanze con gli avversari sono state azzerate, rinforzando la rosa, consolidando il progetto (non si può cambiare allenatore per il quarto anno di fila) e, soprattutto, dare il segnale forte che la Juventus ha le idee chiare.

Questo articolo ha un commento

  1. Naples

    lasciar partire Conte, non comprendendo il carattere particolare dell’allenatore e le sue pur giuste richieste, è stata solo una manifestazione di imperio e di grandezza. Ma oramai servono i mediatori e gli esperti…non gli imperatori in crescita anagrafica….di Giovanni Agnelli non c’è più la grandezza e la maturità. E così fuggì anche Marotta…sono rimasti i soldi ..sprecati..della Exor, ma a questo punto anche il sottoscritto può essere presidente della Juve. Si cerca ora professionalità, umiltà, esperienza….

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