Al momento stai visualizzando L’eredità di Markowitz (in morte di un economista)

L’eredità di Markowitz (in morte di un economista)

Il 22 giugno si è registrato un grave lutto per il mondo della finanza. È venuto a mancare Harry Markowitz, premio Nobel per l’economia per i suoi contributi pionieristici nell’ambito dell’economia finanziaria.

Nel 1952 Markowitz ha pubblicato il  Portfolio Selection sul Journal of Finance, un articolo di quattordici pagine fitto di formule e concetti matematici avanzati. Vediamo di riepilogarli: 

  • L’idea centrale è che la diversificazione riduce il rischio complessivo di un portafoglio senza sacrificare il rendimento.
  • Ha dimostrato che combinando asset con una bassa correlazione è possibile ottenere un portafoglio che offre una maggiore stabilità e una migliore protezione contro le fluttuazioni di mercato.
  • Se l’azionario, ad esempio, ha una correlazione bassa con l’obbligazionario, significa che quando il prezzo delle azioni aumenta quello delle obbligazioni diminuisce e viceversa.

Da qui la famosa citazione: La diversificazione è l’unico pasto gratis nel mondo degli investimenti.

Ma tra tutti gli articoli e ricerche pubblicati nell’arco dei decenni, quello considerato più impattante è un estratto di un’intervista fatta da Jason Zweig, editorialista del Wall Street Journal, alla fine del 1997.

Zweig chiede al Professore quanto doveva destinare alla parte obbligazionaria e quanto a quella azionaria e la sua risposta è stata diversa da quanto ci si potesse aspettare da un teorico: Avrei dovuto calcolare le co-varianze storiche delle asset class e tracciare la frontiera efficiente. Invece, ho immaginato la mia amarezza se il mercato azionario fosse salito molto e io non avessi investito la giusta percentuale, o se fosse sceso molto e io avessi investito in pieno. Il mio intento era quello di ridurre al minimo i miei rimpianti futuri.

Il punto che possiamo trarre dall’esperienza di Markowitz è che anche gli economisti, nonostante la loro conoscenza teorica e le formule che propongono, non sono immuni dalle emozioni personali quando si tratta di prendere decisioni finanziarie.

Lui stesso ha ammesso di aver preso in considerazione le sue emozioni nella suddivisione dei suoi investimenti, anziché seguire rigorosamente le formule tradizionali. Le emozioni come la paura, l’avidità e il desiderio di minimizzare i rimpianti possono influenzare le decisioni finanziarie. Per questo motivo è fondamentale comprendere che l’aspetto emotivo gioca un ruolo significativo nell’investimento e che le formule matematiche da sole potrebbero non essere sufficienti.

Ogni individuo ha una propria tolleranza al rischio e obiettivi finanziari unici, che devono essere considerati per la creazione di un portafoglio. La consapevolezza di se e delle proprie emozioni aiuta a prendere decisioni finanziarie più consapevoli e a lungo termine.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.