La Juve post Dybala: esiste davvero un progetto tecnico e tattico?

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Mi dispiace per l’epilogo della vicenda Dybala, ed è un dispiacere figlio dell’affetto che mi porta a legarmi ad ogni calciatore che veste la maglia a strisce bianconere. Nel corso degli anni ho provato tristezza per qualsiasi giocatore abbia abbandonato la nostra squadra (pianto mai, tranne che per Platini, ma ero un bambino…ok, anche per Del Piero, anche se bambino non lo ero più).

Ho provato tristezza per Bentancur e Kulusevski, gli ultimi ad andare via, mi dispiacque di Matuidi, di Higuain, di Marchisio….ma, come dice un vecchio detto: i campioni passano la Juventus resta.

Al netto di tutto questo mi piacerebbe concentrarmi su degli aspetti che hanno a che fare con la vicenda di questi giorni per tentare di fare un ragionamento che si carichi l’onere di dare un senso logico alla decisione di Agnelli, Arrivabene e Cherubini.

Paulo Dybala è un giocatore meraviglioso, ma non è un fuoriclasse che sposta gli equilibri; non è un giocatore determinante perché molto spesso, nei momenti determinanti, è stato fuori. Davanti all’ipotesi di un contratto quadriennale per un calciatore di 29 anni che avrebbe gravato per una cifra di oltre 80 milioni sulle casse della società, non mi sento di esprimere giudizi negativi nei confronti di chi si è assunto la responsabilità di compiere questa scelta.

Da tifoso sarei stato decisamente più sollevato se oltre all’aspetto economico, questa decisione e questo strappo, avessero come conseguenza l’ipotesi di un progetto tecnico e tattico ben preciso: un 4-3-3 moderno ed europeo. La permanenza di Massimiliano Allegri in panchina mi toglie qualsiasi entusiasmo nell’immaginare la realizzazione di un progetto di quel genere anzi, oserei dire, non me lo fa neanche passare per la mente.

Sarebbe fantastico, però, immaginare una squadra con Szczęsny in porta, Danilo e Pellegrini (o un nuovo acquisto, ma non conosco terzini sinistri in grado di fare la differenza) terzini, De Ligt e Rudiger difensori centrali; un trio di centrocampo con Jorginho (o De Jong) centrale e ai suoi lati Locatelli e Zakaria (o, magari, Gravenberch); un tridente offensivo con Chiesa e Morata ai lati di Vlahovic.

Poi l’eterno Cuadrado come alternativa in qualsiasi ruolo sulla fascia destra, un talento come Zaniolo da inserire in rosa e la crescita dei giovani dell’Under 23 come  Miretti, Soule, Akè, ed il rientro di quel meraviglioso talento che ha portato in serie A la Cremonese e che risponde al nome di Nicolò Fagioli.

Ma voi davvero credete che un allenatore come il nostro sia nelle condizioni di concepire una squadra giovane, moderna e offensiva come questa?

Ps: lo so, li sento gli scettici che leggono questo articolo e che storcono il naso. A tutti loro vorrei sottolineare come il Barcellona guidato da Xavi abbia fatto una scelta del genere puntando tutto sui giovani della sua cantera, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

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