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Avanti col 4-2-4 ma va risolto l’equivoco Ronaldo/Dybala

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Una delle principali attenuanti dei troppi punti persi ad minchiam soprattutto con le squadre collocate nella parte “sinistra” della classifica, è rappresentata dall’impossibilità, per il nuovo allenatore, di iniziare la stagione con il classico ritiro pre campionato, due mesi di allenamenti, ed una decina di amichevoli per valutare qualche esperimento.

Non siamo qui a cercare alibi, ma è innegabile che l’aver cominciato la stagione con un allenatore nuovo (unica tra le prime sette dello scorso campionato), con meno di un mese di preparazione e con una sola amichevole prima dell’inizio del campionato, abbia rappresentato un ostacolo non indifferente per Pirlo e la Juventus.

A questo aggiungiamo che la crisi Covid ha rallentato il mercato e Pirlo ha potuto avere la rosa più o meno al completo solo un mese dopo l’inizio del campionato.

Pirlo ha iniziato ad handicap ed ha faticato (e sta faticando) ad inculcare la sua idea di calcio che abbiamo potuto ammirare solo per brevi ed occasionali tratti: costruzione dal basso (più croce che delizia), possesso palla, attacco a rotazione con cinque uomini. Tutti concetti che non hanno avuto il tempo di essere assorbiti e, davanti alle difficoltà e a qualche risultato non positivo di troppo, è venuta meno una certa dose di fiducia che ha minato l’autostima della squadra.

Accantonato il modulo a tre con la rotazione sulle fasce, Pirlo ha riproposto, dopo l’eliminazione dalla Champion’s il modulo che aveva provato e poi accantonato ad ottobre: il 4-2-4. Lo ha riconfermato anche dopo il colossale crollo in casa contro il Benevento ed il pareggio nel derdy. A mio avviso ha fatto bene e credo che questa sia la strada giusta per il finale di stagione ed anche, con qualche aggiustamento, per il prossimo anno, per alcuni motivi che provo ad elencare:

  • Difesa a quattro

Tutte le grandi squadre europee giocano con quattro dietro, con due centrali forti in copertura e almeno uno con piedi da centrocampista. Stesso discorso per gli esterni. Si evitano le rotazioni tra i tre centrali ed i due esterni (che nella prima parte della stagione ci hanno fatto male) e si ha maggiore possibilità di costruire da dietro. De Ligt e Chiellini centrali e Cuadrado e Danilo (o Alex Sandro) sugli esterni, in questa parte della stagione stanno dimostrando che in questo contesto tattico si esprimono meglio e che la squadra soffre molto di meno. In futuro si potrebbe pensare a Danilo in sostituzione di nonno Chiellini come centrale e all’acquisto di un esterno di qualità, cedendo Bernardeschi.

  • Doppio centrale di centrocampo

Sin da subito Pirlo disse che non avrebbe giocato col centrocampo a tre perché i centrocampisti in rosa non hanno caratteristiche adatte per quel tipo di modulo: non ci sono mezz’ali (tranne, forse, McKennie) e non ci sono registi classici. Quindi meglio optare per due centrali da scegliere tra Rabiot, Bentancut, Arthur, lo stesso McKennie ed un nuovo acquisto (magari Locatelli), cedendo Ramsey. Neanche sul mercato si intravedono grandissimi “registi”, quindi anche per la prossima stagione si potrebbe continuare così, lasciando gradualmente spazio al nostro giovane Fagioli,  prodotto del vivaio, che quel ruolo lo interpreta in modo naturale.

  • Esterni d’attacco

La nostra forza. Federico Chiesa che cresce di partita in partita e Kulusevski che, dopo essere rimasto stordito dai troppi cambi di ruolo, ha più volte dimostrato di essere devastante partendo dalla fascia destra. In questo finale di stagione e, soprattutto, nella prossima, questi due gioielli dovranno essere i nostri punti di forza. Sul mercato bisognerà intervenire per trovare (almeno) una alternativa a loro due, perché il loro gioco è particolarmente dispendioso ed è impensabile non avere due giocatori per ruolo. In emergenza potrebbe essere adattato McKennie o alzato Cuadrado, ma il reparto va rinforzato, magari con il ritorno del figliol prodigo Kean o dell’eterna promessa Berardi. E a completare la batteria di esterni potrebbe tornare utile Marco Pjaca.

  • Attacco

A me Morata piace. È un centravanti di razza, segna gol pesanti, attacca la profondità, è juventino dentro e quando lui è in campo gioca molto meglio anche il compagno di reparto.  Ma un’altro attaccante centrale serve come il pane in una squadra impegnata su più fronti, per far rifiatare Alvaro o per fornire soluzioni diverse a partita in corso. Il mercato non offre grandissime soluzioni perché i top player internazionali sono incedibili o hanno valutazione stratosferiche, vedere alla voce Haaland; ed i giovani di prospettiva come il tante volte menzionato Scamacca, non offrono grandi garanzie e ed hanno valutazioni  non propriamente economiche. Ecco perché in questo questo contesto, il nome migliore di tutti potrebbe essere Muriel: età giusta (29 anni), conosce il nostro campionato, può giocare sia accanto a Morata che al suo posto.

  • L’equivoco Ronaldo – Dybala

Infine la croce e la delizia. C’è ancora qualcuno convinto che i due possano giocare insieme? O che possano giocare tutti e due insieme a Morata? No. L’equivoca tattico e psicologico va risolto per il bene di tutta la squadra. Paratici ed Agnelli decidano, le alternative sono due: teniamo Ronaldo un altro anno e prendiamo un attaccante di riserva da affiancare a Morata e poi tra un anno affronteremo il problema della sostituzione del portoghese; oppure liberare CR7 e puntare su Dybala che, in questo caso, rinnova il contratto e ritorna al centro del progetto per i prossimo quattro anni, giocando da seconda punta con un centravanti capace di aprirgli gli spazi.

Tertium non datur. È arrivato il tempo delle scelte.

 

 

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