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Un Paese che destina il 2% del Pil alle spese militari autorizzerebbe considerazioni politiche, economiche e sociali drastiche e perentorie. Se poi questi numeri vengono confrontati con altri dati relativi al nostro welfare, dovremmo arrossire per la vergogna.

NON È UN PAESE PER VECCHI (il ruolo della LTC)

Un Paese che destina il 2% del Pil alle spese militari autorizzerebbe considerazioni politiche, economiche e sociali drastiche e perentorie.Se poi questi numeri vengono confrontati con altri dati relativi al nostro welfare, dovremmo arrossire per la vergogna.

In questo articolo mi soffermo sui numeri relativi ai nostri anziani e alla loro assistenza: nel bel paese solo lo 0,7% del Pil viene stanziato per tutelare gli anziani non autosufficenti, dato abbondantemente e vergognosamente inferiore a quello per le spese miltari, ma anche decisamente inferiore rispetto alla media Ocse che si attesta all’1,5%. La vergogna aumenta se guardiamo i dati dei Paesi europei più civili come Francia (2,4%), Gran Bretagna (2,4%) e Germania (2,2%).

Pensate che stia scherzando? Purtroppo questi numeri sono reali ed emergono  dal rapporto Anziani e disabili: un nuovo modello di assistenza realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà (Fps), in collaborazione con Cesc – Università degli studi di Bergamo, Crisp – Università degli studi di Milano, Politecnico di Milano e Università degli studi di Parma e con la partecipazione di Fondazione Don Gnocchi e Fondazione Sacra Famiglia.

Il Rapporto segnala inoltre enormi differenze territoriali: Il 17% degli anziani con limitazioni funzionali è seguito da una badante. Al Nord si arriva al 19%, al Centro al 21%, mentre al Sud si scende al 14%. Un andamento analogo si riscontra nell’assistenza domiciliare integrata, che coinvolge il 6,2% dei soggetti, con una maggiore diffusione al Nord (7,2%) e al Centro (6,9%) rispetto al Sud.

 Come affrontare il problema?

Si tende a dare la responsabilità dell’acuirsi di tutti i problemi, soprattutto quelli in ambito sanitario, alla pandemia, probabilmente in questo caso potrebbe anche essere vero. Ma, pandemia o no, va sicuramente ripensata l’organizzazione territoriale dei servizi di assistenza sanitaria nei territori per moltiplicare le possibilità di cure visto che, purtroppo, la domanda aumenta. E va migliorata soprattutto la qualità e l’efficienza di questi servizi senza vergognarsi di ammettere che il pubblico non è in grado di rispondere a questa enorme domanda di bisogno di assistenza.

La Provincia autonoma di Bolzano ad oggi conta su 42 posti residenziali per anziani ogni 1.000 residenti over 65, seguita dalla provincia autonoma di Trento con 38. Quasi tutte le regioni del Centro-Nord superano la media nazionale di 15. In coda abbiamo le regioni del Sud: in Basilicata e Sicilia, ad esempio, si registra un solo posto residenziale ogni 1.000 anziani. Qui al Sud fino a qualche anno fa erano i figli e le figlie disoccupati ad assistere gli anziani genitori e la loro pensione di accompagnamento rappresentava il reddito non ufficiale ma reale di quelle famiglie; da qualche anno proliferano le badanti straniere, spesso lavoratrici in nero. Ma questa non può essere la risposta in termini di qualità e di assistenza reale.

Secondo un recente studio emerge che il ruolo chiave in questo contesto sociale è svolto dalle organizzazioni no profit che coprono metà dell’offerta di posti letto nei servizi residenziali, assistenziali e sanitari (49%), rispetto al 42% di 10 anni fa. Cresce anche il privato, ora al 26%, mentre il settore pubblico è sceso al 25%.

La ricerca segnala la necessità di istituire un Servizio Nazionale per la Non Autosufficienza che superi l’attuale frammentazione degli interventi. Un sistema integrato, con un fondo nazionale e un unico canale di accesso.

Con 13,8 milioni di anziani, il nostro Paese ha uno dei livelli più elevati al mondo di popolazione con oltre 65 anni, circa il 23% (20% nell’Unione Europea). Una quota destinata a salire in futuro.

Sulla base di questi numeri e di queste previsioni, le grandi Compagnie assicurative hanno accelerato nella creazioni di polizze assicurative LTM (Long Term Care) formule assicurative utili a tutelarti in caso di perdita dell’autosufficienza. Le polizze Long Term Care, letteralmente traducibili in Assistenza di Lungo Periodo, sono formule assicurative stipulate contro il rischio di perdita dell’autosufficienza, intesa come l’incapacità di svolgere alcune funzioni comuni della vita quotidiana.
Tale mancanza di autonomia può insorgere per motivi quali: infortunio, malattia o normale deterioramento delle facoltà psico-fisiche collegato a senescenza e garantiscono una rendita vitalizia. Una copertura di questo tipo garantisce alla famiglia e all’anziano di usufruire di tutte le cure e l’assistenza di cui ha bisogno, senza prosciugare il proprio reddito e la propria pensione.

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