Nel 1995 la legge 8 agosto n. 335 — nota come riforma Dini — ha segnato una svolta epocale nei meccanismi previdenziali italiani. Con l’introduzione del sistema contributivo, si è posto fine al modello retributivo puro, ponendo come principio guida che la pensione debba essere correlata ai contributi effettivamente versati.
Negli ultimi 30 anni, questo cambiamento ha determinato ricadute profonde.Â
📌 Punti chiave della riforma e della sua ereditĂ
1. Passaggio al sistema contributivo e principio della correlazione – Il “montante contributivo” accumulato dal lavoratore viene convertito in rendita attraverso coefficienti legati all’etĂ di pensionamento e alla speranza di vita residua. Il sistema misto (“pro rata”) venne applicato per chi giĂ aveva anzianitĂ al 31 dicembre 1995: una parte retributiva + una parte contributiva.
2. Impatto sugli importi pensionistici e sulle aspettative – Critica spesso mossa alla riforma è la riduzione degli assegni per molti lavoratori, rispetto al sistema retributivo “tradizionale”. Statisticamente, la riforma Dini ha influito anche sulle scelte di pensionamento: le coorti piĂą giovani hanno incentivi diversi rispetto alle generazioni precedenti.
3. Strumenti di regolazione e vigilanza – Con la riforma è stato istituito il Nucleo di valutazione della spesa previdenziale, con il compito di monitorare flussi contributivi, relazione tra attivi e pensionati e proporre interventi. Inoltre la “busta arancione” — l’informativa individuale della futura pensione — nasce proprio da disposizioni della legge 335/1995.
🔍 Sfide attuali e prospettive future
• Il sistema contributivo richiede una gestione attenta delle aspettative di vita e degli adeguamenti.
• Le riforme successive (es. riforma Fornero, misure contenute nelle leggi di bilancio) hanno modificato e “aggiustato” il paradigma iniziale.
• Per il 2025 sono previste conferme sui requisiti: vecchiaia a 67 anni con 20 anni di contributi, mentre le pensioni anticipate seguono regole separate.
• Si dibatte già dell’aumento dei requisiti futuri dal 2027 e del modo in cui adeguare l’età pensionabile alla speranza di vita.
Oggi piĂą che mai diventa fondamentale costruire il proprio futuro pensionistico attraverso forme di Previdenza complementare