Ce lo diciamo da anni e probabilmente molti pensano che si tratti solo di una tattica di noi consulenti previdenziali per collocare un prodotto pensionistico. Devo darvi una brutta notizia: quello che diciamo è (purtroppo) vero ed è arrivato il momento che ciascuno di voi assuma la consapevolezza che, quando arriverà all’età della pensione, l’assegno che l’Inps vi verserà avrà un valore oscillante tra il 50% e il 65% dell’ultimo stipendio da voi percepito.
Adesso voi immaginatevi da anziani, con la necessità di aumentare le ore di accensione dei termosifoni e con l’aggiunta delle spese per le medicine, a campare con la metà dello stipendio, sapendo che già adesso avete difficoltà ad andare avanti con lo stipendio pieno.
Faccio terrorismo? Leggetela come volete, ma il dato è questo: Il sistema non regge.
E non lo dico io o i miei colleghi assicuratori, lo dicono tutti gli esperti, tutti gli analisti e l’ha detto a gran voce anche Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, a dicembre dell’anno scorso: 13 milioni di pensionati over 64 a fronte di soli 23 milioni di lavoratori su 38 milioni di persone in età da lavoro.
Questa è la situazione e le previsioni danno in crescita sia il numero di pensionati sia l’aspettativa di vita (che sfiorerà i 90 anni per le donne e gli 85 per gli uomini entro il 2050) e in riduzione, invece, la forza lavoro, per via della nostra incapacità di far crescere la popolazione. Il sistema non regge anche perché quando la riforma previdenziale sarà a pieno regime i redditi pensionistici equivarranno mediamente al 65% dell’ultimo stipendio per i dipendenti e addirittura al 50% per gli autonomi. Come si può vivere una vecchiaia tranquilla con queste aspettative?
La soluzione c’è: dovete scegliervi un bravo consulente previdenziale e programmare insieme a lui un piano di previdenza complementare. Nessuna valutazione può essere fatta senza tenere conto di una serie di parametri essenziali che conducano una scelta corretta: i costi di gestione, i caricamenti, l’età del soggetto aderente, gli orizzonti temporali, la tipologia di inquadramento lavorativo, il profilo di rischio del soggetto aderente; incastrando questi tasselli viene fuori il prodotto previdenziale su misura e saremo nelle condizioni di dirvi quanto dovrete versare per raggiungere l’ assegno di pensione integrativa che desiderate.
Il ruolo sociale e professionale dei consulenti gioca, appunto, un ruolo fondamentale in questo percorso di educazione previdenziale, finanziaria ed assicurativa, della popolazione italiana e rappresentano un valore aggiunto nelle scelte finanziarie delle persone.
Un piano di previdenza integrativa scelto con intelligenza crea un legame che fidelizza nel tempo, inoltre la tutela del capitale spendibile del cliente protegge lui (o lei) e la sua famiglia dal rischio di erodere il capitale destinato alla successione o di esaurire le risorse e dover chiedere sostegno ad altri.
E poi, conviene anche sotto l’aspetto economico e fiscale: i fondi pensione offrono diverse linee di investimento che è possibile modificare nel corso degli anni, i rendimenti vengono tassati al 20% invece che al 26% e la tassazione finale applicata sul capitale da erogare sarà tra il 9% ed il 15%, ben al di sotto delle aliquote irpef. Per non parlare della impignorabilità e insequestrabilità dei capitale maturati.
Ma davvero avete ancora dubbi?